

La leadership non è uno dei miei temi preferiti …
Credo se ne parli tanto, troppo e anche a sproposito …
Un altro tema che non rientra nei miei preferiti è quello della visibilità …
Ecco che, come in una legge del contrappasso, nell’ultimo periodo mi occupo, per motivi legati al coaching e alla formazione, di leadership, visibilità e della combinazione delle due: la visible leadership.
Cosa posso chiedere di più?
Comincio a fare, come il solito, i miei ragionamenti sulla questione … mi informo, leggo, spulcio articoli vari e trovo una frase che per me assomiglia all’effetto del bicarbonato dopo un pasto troppo pesante.
Il concetto è il seguente.
Molto spesso la luce della leadership è nascosta. Come le persone possono essere influenzate da ciò che non vedono?
Da qui comincio a pensare che la questione si fa, per me, interessante. Di base c’è quella “concretezza” che cerco. Perché, come mi è stato detto una volta, “si fanno spesso discorsi alti e non ci si occupa delle cose basse”.
La leadership visibile è, a mio parere, concreta e parte dalle “cose basse”. Perché prima di tutto parte dalla visione, che è da intendersi come pensare al futuro e non esclusivamente all’urgenza di oggi. E’ tenere lo sguardo alto, sapendo che esiste l’oggi e non solo. Esiste un oggi, un domani e un dopodomani e questo spostarsi nel tempo va pensato e pianificato. Non si tratta “semplicemente” di avere visione ma di renderla concreta e reale.
Nel fare questo va costruita l’unità. Vanno mostrate idee ed espresse opinioni. Ci si spende in prima persona. Si fanno domande e si ascolta. Non si fanno “triangolazioni” e non si tollera chi lo fa. Si parla e ci si esprime direttamente.
E’ necessario essere un modello di ruolo, che prima di tutto va pensato, disegnato e attuato. I comportamenti in campo saranno, di conseguenza, inerenti al proprio modello di ruolo. Solo così si sarà da esempio. E in questo modo si potrà chiedere agli altri di fare lo stesso.
E poi bisogna avere proprietà di ruolo. Quella padronanza che mette confini, a volte distanze, e che fa capire qual è il proprio raggio d’azione. E’ delimitare il proprio agire e quello altrui, eliminando inutili interferenze e lotte di potere.
Si impostano e si ottengono obiettivi. Perché è più facile dichiarare quello che si dovrebbe fare rispetto al farlo. Ci si deve occupare delle cose alte e di quelle basse. Si dice che le persone sono quello che fanno e non quello che dicono. Qui si tratta di dire e di fare.
Si sviluppano persone e si costruiscono squadre. Un leader ha bisogno di qualcuno che veda la sua luce. Senza questo qualcuno non c’è leadership, ma solo un “parlarsi addosso”. Allora è necessario avere qualcuno con cui raggiungere gli obiettivi prefissati, che impari a essere visibile, a creare l’unità, ad essere un modello di ruolo e che ne abbia proprietà, che sappia impostare e ottenere obiettivi e che sappia sviluppare e costruire squadre.
Da qui un leader visibile permette la crescita di altri leader visibili. Non lo fa attraverso parole, bensì azioni concrete e “cose” fatte.
La leadership visibile è quella che si mostra attraverso il proprio operato e non fa bella mostra di sé.
Ricordando che la luce che indica la strada è la stessa che, se troppo forte, può bruciare sé e gli altri.